Wang Shu Chin e Chen Pan Ling

Il colosso d'acciaio e il sapiente ribelle

Due maestri di grande importanza nella storia contemporanea della boxe cinese

di Stefano Pernatsch

Quando nelle arti marziali cinesi si racconta di grandi maestri dalle capacità misteriose e sovrumane, si parla di personaggi come Wang Shu Chin (1904-1981).
La differenza sostanziale è che egli non apparve su qualche nebuloso picco della Cina ancestrale, bensì visse nella nostra epoca. Differenza sostanziale proprio perchè quel che altrimenti non si potrebbe che annoverare tra le innumerevoli leggende, è stato testimoniato da una moltitudine di persone. Tra i quali numerosi esperti di combattimento, come il grande pugile Jack Dempsey; e poi, primi tra tutti per l'ovvia imparzialità della testimonianza, maestri di karate di alto grado che hanno provato a colpire Wang all'addome con tutta la loro potenza, senza sortire risultato alcuno.
Lo stesso accadde allo studioso Robert W. Smith, che frequentò il gran maestro durante la sua fruttuosa permanenza aTaiwan; ebbene, dopo aver anch'egli colpito inutilmente Wang all'addome, chiese di poter tentare con il plesso solare e di nuovo il maestro accusò il colpo come se niente fosse. L'occidentale concluse la propria esperienza colpendo più volte shih fu Wang con dei calci alle gambe, dall'inguine in giù, ginocchia, polpacci caviglie, "fino a sentire il piede dolere". Non v'era colpo che Wang Shu Chin non incassasse impunemente! E non è tutto: bastava che egli contraesse il suo vasto addome contro il pugno dell'avversario che lì stava per colpire, anticipandolo, e riusciva con grande facilità a ferire il polso dell'avversario.
Quando l'occidentale gli chiese: "Come riesce a farlo?", la sua risposta fu lapidaria: "Chi?".
Ho avuto le stesse esperienze con alcuni maestri di stili interni, perchè anche a me piace chieder loro come facciano ad accusare certi colpi, se non sono allenati alla camicia di ferro (tieh pu shan) e le risposte ottenute sono analoghe. Nell'Antica Cina vi fu un tempo incui gli adepti degli stili Shaolin instaurarono l'uso di dedicarsi con assiduità a pratiche di condizionamento del corpo che vanno sotto al nome di tieh pu shan e che gli avrebbero permesso di sopportare senza problemi le percosse degli avversari. Con il tieh pu shan la storia testimonia che è possibile ottenere risultati che si avvicinano a quelli di Wang Shu Chin.
Senonchè Wang, come altri maestri di stili interni, non amava simili pratiche, reputando di gran lunga più utile il lavoro sull'energia interna. In una sua famosa frase affermò che rompere mattoni e sbriciolare tegole non significa niente, finchè mattoni e tegole non iniziano a pensare e a muoversi come esseri umani. Sebbene studiando in profondità certo tieh pu shan si comprenda che esso è comunque un metodo di coltivazione del chi, non si può dar torto a questo grande maestro, dal momento che durante i suoi numerosi combattimenti, pare che nessuno sia mai riuscito a ferirlo. Perchè il shi fu era soprattutto un grande combattente .
Ancora in vecchiaia, quando ormai settantenne, insegnava tai chi chuan in Giappone, oltre che nel Sud Est asiatico, venne sfidato da molti importanti maestri di karate e persino dalle guardie del corpo della famiglia imperiale.; ebbene, per lui sconfiggere costoro fu sempre un gioco da ragazzi. Ciò lo portò, come altri maestri suoi contemporanei, a disprezzare l'arte giapponese, considerandola nient'altro che una distorsione della linea cinese.
Wang Shu Chin fu dunque un personaggio tremendamente reale, se ci poniamo nella prospettiva di chi volle affrontarlo; eppure, come ogni leggenda che si rispetti, anche la sua vita è ricca di circostanze oscure, in cui la mancanza di informazioni viene spesso compensata da racconti più o meno affidabili. Si dice, per esempio, che egli gestisse una catena di magazzini di riso e addirittura che fu il capo carismatico di una setta religiosa. Di certo sappiamo che shih fu Wang aveva una stazza decisamente poderosa (il che non deve aver guastato durante gli scontri): più di cento chili, nonostante fosse un vegetariano convinto. E nonostante la mole e l'ossatura massiccia, la sua velocità era pari solo alla sua forza fisica. Le sue enormi mani erano particolarmente famose, con le dita profondamente pervase dal chi tramite la pratica dello hsing-i e i palmi d'acciaio allenati dal pa-kua. Palmi la cui energia, si racconta, poteva scaldare nel rigore dell'inverno chi li toccava e persino curare diversi malanni. Non che i pugni fossero da meno: in una delle sue performance, Wang poggiava le proprie dita sul corpo del malcapitato di turno, quindi chiudeva il pugno e gli imprimeva un movimento di avvitamento a spirale, dall'effetto assai potente.
Quanto alla sua formazione, dal 1929 al 1938 Wang Shu Chin fu allievo a Tiantsin del celebre maestro Chang Chao Tung, chiamato anche Ku Kuei, che imparò a stimare come nessun altro. Addirittura, secondo il suo mirabile allievo, Chang fu il più grande combattente della sua epoca nel nord della Cina. Shih fu Chao Tung, apparentemente pacato, era solito osservare la pratica degli allievi seduto in disparte, ma quando uno di essi perseverava in un errore, era capace di alzarsi e di percuoterlo. Certotra Wang e Chang si instaurò un rapporto di grande affetto, anche grazie al carattere nobile e sincero del giovane.
Probabilmente quando il suo primo maestro morì, Wang Shu Chin si trasferì a Pechino per studiare intensamente con Hsiao Hai Po (che già gli era stato indicato da Chang Chao Tung), quindi con Wang Hsiang Chai, celebre inventore dell'i chuan, a Tientsin. In questo importante centro portuale, forse Shu Chin ebbe modo di conoscere anche il grande maestro Kuo Yun Shen e il suo impareggiabile hsing-i.
Infine, in seguito ai sommovimenti politici seguenti alla presa di potere di Mao Tse Tung, anche il nostro eroe, come molti altri maestri, fuggì nel 1948 a Taiwan, dove risiedette dapprima a Taipei, poi a Taichung fino alla morte.
Oggi le scuole che si rifanno a Wang Shu Chin sono presenti in ogni continente, con uno dei quartieri generali più attivi nella stessa Taichung (recapito: Chinese Martial Arts Cheng Ming Association, International Headquarters; 19 Wu Shun Street, Taichung, Taiwan. Tel. +886-4-9351981). Molto approfondite, per chi si interessa agli argomenti qui esposti, sono infine le informazioni raccolte presso i Wang Shu Chin Memorial Hall, presieduto a Tsaotung dal maestro Wang Fu Lai.

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